sabato 1 novembre 2014

Recensione: So dove sei di Claire Kendal

Hey My Little Readers!  ♥
Avete dei programmi per la sera più spaventosa dell'anno? Andrete a fare dolcetto o scherzetto? xD
Io e le mie due migliori amiche abbiamo organizzato un pigiama party con una maratona di film horror.
E a proposito di horror (o meglio thriller), oggi vi recensisco So dove sei di Claire Kendal, che ho avuto l'occasione di leggere grazie alla Garzanti che me ne ha gentilmente spedito una copia.

Titolo: So dove sei
Autore: Claire Kendal
Casa Editrice: Garzanti
Pagine: 322
Genere: Thriller
Prezzo Cartaceo (Rilegato): 16,90 €
Prezzo eBook: 9,99 €
Uscita: 18 settembre 2014                                                                                 Trama: È lui. Ancora lui. Sempre lui. Clarissa lo sa. Non c'è bisogno di ascoltare la segreteria telefonica. Di leggere l'ennesimo messaggio che lampeggia sullo schermo del cellulare. Di scartare i regali che continuano ad arrivare, indesiderati. Il suo volto, i suoi occhi sono dappertutto: qualsiasi cosa lei faccia, lui la sta guardando. Nulla, dopo quella notte, è più come prima. Quando Clarissa ha accettato di uscire a cena con Rafe, un collega dell'università, l'ha fatto un po' per cortesia, un po' per svagarsi. Mai avrebbe immaginato che quelle poche ore potessero stravolgere la sua esistenza. Soprattutto perché lei, di quella notte, non ricorda più nulla. Ma da allora qualcosa nel comportamento dell'uomo è cambiato, è sempre più assillante. Lo spazio intorno si è come svuotato, lasciandoli pericolosamente soli. L'unica via d'uscita sembra venire dalla convocazione a far parte della giuria di un processo. Clarissa deve isolarsi dal mondo esterno, rendersi irreperibile, negarsi a ogni contatto. Al sicuro tra le mura del tribunale, si sente protetta, riesce addirittura a farsi degli amici. Ma l'illusione dura poco. Rafe riesce a raggiungerla anche lì. E man mano che il caso su cui è chiamata a esprimere il proprio giudizio comincia a mostrare più di una somiglianza con quanto sta vivendo in prima persona, Clarissa si rende conto che se vuole liberarsi dalla paura deve controbattere colpo su colpo.

La storia narra di una ragazza, Clarissa, che viene perseguitata da Rafe: un suo collega di lavoro.
Lui è dovunque: Clarissa non può mai fare due passi senza ritrovarselo davanti.
Un giorno succede il peggio, Rafe si offre di riaccompagnarla a casa e riesce a raggirarla entrando così in casa con lei. Clarissa viene colta da un improvvisa stanchezza, segno che è stata drogata, e non si ricorda niente di quella serata se non che lui l'ha portata a letto e che le sue mani erano dappertutto. 



Dopo capitoli e capitoli finalmente ( e sottolineo "finalmente") lei si rende conto che la situazione è diventata ingestibile e, dopo aver seguito i consigli di opuscoli che suggerivano il comportamento da attuare in caso di stalking, decide di rivolgersi alla polizia.
Logicamente l'autrice non poteva far finire il libro così visto che sono passate solo poche pagine ed è un thriller, così si è inventata quest'idea "geniale": La polizia non accetta denunce per stalking senza prove concrete (segni di violenza o simili). Quindi cosa decide il genio? Di aspettare che Rafe le faccia del male per poterlo incastrare. (E qui parte un "ma certo" lungo kilometri!)
Ma Rafe la perseguita in un modo diverso e ben più inquietante: facendole regali, complimenti ecc... Quindi incastrarlo non è poi così facile dopotutto.

Io quando ho letto che cosa voleva  fare Clarissa
per incastrare Rafe -.-
Questo è stato il primo libro che ho letto riguardante questo argomento. Durante la lettura ho riflettuto molto su come dev'essere avere uno stalker (non che ne desideri uno sia chiaro! Mi basta mia madre.): essere perseguitata, seguita dappertutto, non sentirti mai al sicuro o in privato. Dev'essere a dir poco tremendo! Io non potrei mai vivere in questo modo. Proprio no.
Forse è solo una mia sensazione ma in alcuni punti ho percepito un certo "piacere malato" di Clarissa nell'essere seguita da Rafe. Magari me lo sono immaginata però se davvero voleva che lui la smettesse avrebbe potuto fare alcune cose fin dall'inizio. Per esempio, sin dalle prime pagine scopriamo che lui ha il suo numero di cellulare perché lei glielo aveva dato *applausi*. Difatti le arriva un messaggio dal suddetto e lei lo accompagna con lamentele (che noi possiamo velocemente riassumere con: "Eh vabbè, ha il mio numero... Sono stata una stupida a darglielo. Amen, non risponderò.").
Una parola: Bloccalo. Ci risparmiavi 50 pagine di pensieri tormentati.

Una delle cose che mi ha colpita per prima è la scelta di impostazione del romanzo dell'autrice. La Kendal ha difatti scelto di suddividere i capitoli in più parti: La prima è una sorta di lettera a Rafe da Clarissa scritta al presente e con toni freddi e accusatori mentre, la seconda, è una normale narrazione al passato con punto di vista esterno. Personalmente ho preferito la prima parte perché, secondo me, più coinvolgente e diretta.

In questo libro c'è un po' troppo di tutto: Scene e riflessioni che si potevano tranquillamente tagliare, alcuni dialoghi di Rafe che possono essere dimezzati: Rafe dice in OGNI dialogo "Clarissa". Ora, lo so che può essere inquietante, macabro e tutto quello che vuoi, però leggere: "No, Clarissa, non si fa così", "Vuoi una mano, Clarissa?", "Ti accompagno io, Clarissa" mi ha rallentata un sacco e l'ho trovato anche abbastanza dispersivo se non addirittura fastidioso e irritante.

Sinceramente mi aspettavo qualcosina di più. Ero stata sin dall'inizio attratta dalla trama e dalla copertina misteriosa ma forse le mie aspettative erano un po' troppo alte.

In sostanza un libro carino, lento ma carino. L'idea poteva essere sviluppata senza dubbio meglio.


E voi, lo avete letto? 
Lo leggerete? 
Conoscete qualche libro che parli di stalker?

2 commenti:

  1. Ciao Layla <3 Mmm, diciamo che la cover mi attrae, ma la storia non so... certo che l'argomento stalker è di attualità, ma se trattato in maniera sbagliata ne viene fuori una schifezza -__-" cioè cambiare numero al cellulare, no eh?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hey Rosa! <3
      Secondo me quando uno dei generi più difficili da trattare, dopo lo storico, è l'attualità.
      Perché devi mantenere la credibilità, devi stare attento a non insultare chi è stato vittima, in questo caso, di stalking ecc...
      Purtroppo non tutti gli scrittori che intraprendono questa scelta ne sono consapevoli e non esce una meraviglia di romanzo :/

      Elimina

Sono sempre felicissima di leggere i vostri commenti, di sentire la vostra voce. Quindi, grazie mille a tutti quelli che spendono del tempo per scrivermi due righe, significa molto per me. Vi risponderò non appena possibile ❤